“Intrallazzi geopolitici, fondamentalismo religioso ed eterogenesi dei fini… l’abbiamo azzeccata!” – di Giorgio Vitali

 

E l’abbiamo azzeccata svariati anni fa quando, sulla base di una serie di constatazioni e di ipotesi di lavoro, basate su una conoscenza dettagliata della GEOPOLITICA e delle forze che entrano in gioco in qualsiasi occasione nello scacchiere geopolitico (economiche, geografiche, come sosteneva Napoleone, politiche, sociali, culturali, religiose, morali, emotive, razziali: si!! proprio razziali! ) avevamo previsto (assieme con Luttwak peraltro) il fallimento della politica statunitense di un’unica polarità imperiale. Ora questo progetto, sostenuto chiaramente da un enorme FONDAMENTALISMO di carattere religioso, presente in quella “cultura” fin dalla prima conquista da parte di frange protestanti anglosassoni, prolungatasi attraverso la conquista del West, del “Cortile di casa” latinoamericano, della prima e della seconda guerra mondiale, sta andando in frantumi, come è logico che sia.

 

La pretesa statunitense di inglobare e controllare l’Europa è sempre stata pura illusione. Il Vecchio Continente è in condizione di reagire, così come le vecchie strutture imperiali pre 1918-19, nate attraverso i Secoli e non per la brama di potere di qualcuno. Così vale anche per l’ex impero inglese, costretto a cedere lo scettro dopo il secondo conflitto mondiale, per non aver voluto cedere di fronte alle richieste, anche troppo miti, delle “Nazioni proletarie” che si stavano affacciando alla ribalta della “globalizzazione” indotta dal progresso tecnologico (che non è quella in funzione di Dominio, che hanno approntato i finanzieri Made in Usa attraverso le Multinazionali.)

 

Finito il “Bipolarismo” che consentiva il controllo del sistema globale attraverso la falsa contrapposizione Liberismo-Bolscevismo, due facce della stessa mentalità, che noi abbiamo denunciato, pressoché inascoltati, per decenni, lo stesso progresso tecnologico, il risveglio della cultura “altra” propiziato dalle tecnologie dell’informazione, hanno dapprima creato un “quadro geopolitico” di evidente ed ineluttabile “multipolarismo” per sfociare poi, per ovvie ragioni, in una forma evidentissima di “apolarismo”. E tutto ciò perché…. “ruina in fine velocior”.

 

Infatti, per il principio fisico dei “vasi comunicanti” ma anche per simpatia, convenienza, istinto di “liberazione”, rivolta contro i soprusi, rinascita di antiche e sicuramente “non sopite” forme di religiosità, gli Stati, i Popoli tendono a raggrupparsi in coalizioni alternative al potere loro sovraordinato, creando moti di dubbio, paura fino al terrore, ai vecchi potentati che fino a l’altro ieri sedevano sicuri su ammassi di bombe atomiche.

 

Ma contro la volontà dei popoli che si risvegliano non ci sono bombe che tengano. E stiamo aspettando altri crolli, che hanno a che fare anche con religioni istituzionalizzate fin da troppo tempo, che hanno oppresso i popoli più col terrore che con la persuasione amichevole.

 

Ultima considerazione: inveramente della “eterogenesi dei fini”: con questo termine si intende un meccanismo del tutto naturale, secondo il quale più si spinge l’acceleratore in una direzione, più la Natura si ribella per tornare all’equilibrio “quo ante”.

 

Ciò vale per qualsiasi Organismo Vivente, ivi compreso l’organismo che chiamiamo Natura. (Che comprende anche il concetto di Società umana o, meglio ancora, società dei viventi.) La Natura non si vince mai. Essa reagisce attraverso il principio del “feed back”, ovvero retroazione. Nota finale: abbiamo più volte cercato di far capire che, mentre in Occidente il “gioco” per eccellenza sono gli scacchi (vedi teoria di Brzezinski), in Oriente il gioco è il GO, che consiste nell’accerchiare l’avversario. Esattamente quello che sta facendo la Cina.

 

PROVERBIO ARABO: MIO PADRE CAVALCAVA UN CAMMELLO, IO GUIDO UN’AUTO, MIO FIGLIO PILOTA UN AEREO, SUO FIGLIO CAVALCHERà UN CAMMELLO… (evidentemente il proverbio si attaglia a tutti quei potentati arabi, ricchi di petrolio, ma vassalli di USA/Israel/G.).

 

Giorgio Vitali

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